Ci sono barlumi di una congiuntura leggermente migliore di quella degli ultimi anni, del resto ci vuole ben poco per fare meglio. Il dollaro sale, il petrolio scende e c’è l’impressione generalizzata che la manovra coraggiosa della BCE possa avere sicuramente effetti psicologici positivi sui consumatori portandoli di nuovo a spendere e a sperare che la fase acuta della crisi sia terminata. Forse è vero , ma è probabile che una maggiore liquidità e il calo degli interessi non siano da soli sufficienti e che, alla fine, dovranno esserci altre misure necessarie agli italiani per dare loro la certezza di una ripresa. Per alimentare la spesa e i consumi interni sarò certo importante la liquidità immessa, ma da sola rischia di portare gli italiani ad indebitarsi ulteriormente, non ad aumentare il loro potere d’acquisto. Dipenderà in realtà tutto dal vero rafforzamento dell’economia ed al ritorno alla crescita. Se i redditi e i posti di lavoro non torneranno ad aumentare nessuna manovra sarà realmente sufficiente per creare un nuovo periodo di fiducia e di voglia di investire da parte delle famiglie. Tra il 2007 e il 2013 il reddito disponibile reale delle famiglie italiane è diminuito del 13% pro capite tornando ai livelli del 1988 e la ricchezza reale netta ha registrato un calo del 10 % . Un peggioramento dei bilanci familiari così forte e duraturo non ha precedenti dal dopoguerra. Non possiamo inoltre dimenticare che i problemi che bloccano la ripresa degli acquisti di case per le famiglie sono dati dalla prospettiva di non avere sicurezze per il futuro, non certo dalla mancanza della domanda che è invece insoddisfatta. I prezzi delle case sono scesi e in parte sono andati incontro al ridotto potere d’acquisto degli italiani. Dal marzo 2008 alla fine del 2014 i prezzi , ricorda S&P, sono crollati in media in Italia del 24% con punte del 40%. Ma in assenza del combinato disposto di più fattori, quali maggiori redditi/fiducia nel futuro/accesso al credito, poche famiglie saranno disposte a comprare una nuova casa, e la conseguente flessione della domanda sommata ad un eccesso di offerta generata da esecuzioni immobiliari e dismissioni di Enti e Casse di Previdenza porterà ad un nuovo crack del mercato del real estate con valor ancora in discesa e anche minore redditività locativa. Senza quindi un progetto economico ed una vision complessiva potranno esserci conseguenze preoccupanti per il paese.
Massimo Guerrini