L’immobiliare riparte. Il numero delle transazioni immobiliari relative a fabbricati esistenti nel 2016 è tornato a salire in modo significativo con un incremento pari a più del 20% rispetto all’anno precedente. Il mercato delle abitazioni è quello che ha registrato un più alto incremento in particolare nelle zone del Nord Italia, con in testa Milano ,Bologna e Torino che hanno superato la media nazionale. Anche il mercato immobiliare produttivo ,terziario e commerciale ha dato segnali confortanti con aumenti, a seconda delle zone, tra il 10 e il 20%. Tutto questo è stato favorito sia dalla ciclicità tipica del settore e dalla parziale ripresa dell’economia nazionale, ma dalla ulteriore discesa dei prezzi che ha favorito il potere d’acquisto e l’accesso al credito da parte di chi ha deciso di investire. Un buon segnale, ad oggi, sembra che il calo dei prezzi si sia sostanzialmente fermato. Ne hanno giovato in prima istanza gli immobili di qualità ma anche quelli necessitanti di interventi di riqualificazione e favoriti sia dagli incentivi fiscali sia dal prezzo di ingresso. Per quanto riguarda gli immobili esistenti, un considerevole stimolo alla ripresa degli investimenti è riconducibile alla crescente obsolescenza del prodotto data dalle nuove esigenze di design, domotica, risparmio energetico ed utilizzo degli spazi che spingono le persone a voler sostituire, ristrutturare, rimodernare la loro a abitazione o locale che sia. Per quanto riguarda invece i nuovo investimenti nel settore edile e la realizzazione di nuovi interventi su aree edificabili, si avvertono ancora forti criticità riconducibili sia ad una mutata visione da parte delle amministrazioni locali in tema di nuovi insediamenti sia dalla non più pressante emergenza abitativa quale si è verificata negli anni ottanta, che se da un alto è servita alla soluzione nel breve di una emergenza socioeconomica, dall’altro nel lungo periodo è stata oggetto di forti critiche per aver contribuito a creare un eccesso di offerta con il conseguente calo dei prezzi. Su questo e lato serve una visone economica di un piano di investimenti nazionale che dovrà riguardare sia il settore abitativo sia quello produttivo e commerciale e più complessivamente infrastrutturale dell’intero paese.
Massimo Guerrini Real Estate Advisor. Febbraio 2017