L’anno passato si è chiuso per il mercato immobiliare in modo meno negativo rispetto alle previsioni al momento dell’esplosione della pandemia e con il lockdown totale della primavera.
I prezzi delle case sono scesi in maniera contenuta, le nuove realizzazioni sono in controtendenza come riportato dall’Istat che indica listini stazionari e/o in piccolo aumento già ad inizio d’anno.
La pandemia del Covid-19 ha già modificato alcune evoluzioni di mercato, portando in breve termine a un allungamento dei tempi delle transazioni , ma nel lungo termine non ridurrà la domanda sugli immobili.
Questo trend molto indicativo non verrà meno anche nella situazione attuale, in quanto le spinte alla domanda di acquisto continueranno e forse aumenteranno.
La ragione per cui la crisi non pare abbia influito sui prezzi immobiliari è rappresentata dal fatto che gli immobili non perdono per gli investitori il loro potenziale di attrattiva. Una casa di proprietà rappresenta pertanto uno saldo investimento anche in tempi di crisi.
Cambia però la tipologia di richiesta, più spazi, più aria, più locali e soprattutto terrazzi e giardini: da qui ,anche grazie alla forte spinta innovativa dello smartworking , la richiesta di case in periferia o nella prima cintura delle metropoli.
Anche l’acquisto da investimento, con tassi bassi e prezzi stabili, è aumentato in particolare grazie alla buona redditività rispetto ad alcuni investimenti in strumenti finanziari che sono giudicati o a rischio o con rendimenti negativi.
I grandi investitori
E’ a questo punto indubbio che i grandi capitali immobiliari investiranno sulla riqualificazione di ampi spazi, per ottenere abitazioni e uffici moderni ed ecologici che possano soddisfare le nuove tendenze.
Quindi nuovi concetti di “space planning”, un utilizzo misto di locali a usi differenti , in particolare per asset di grandi dimensioni a suo tempo ad esclusiva destinazione ad ufficio adesso utilizzabili invece con uso misto residenziale-ufficio-ricettivo e con spazi per il leisure.
Se non si fa qualcosa di diverso e innovativo, tra 10 anni il patrimonio residenziale italiano, in mancanza di interventi di riconversione varrà circa la metà di adesso.
E’ una criticità enorme, che però può rappresentare ,se colta in tempo, una straordinaria opportunità di valorizzazione, del patrimonio immobiliare nazionale .
Fondamentale quindi sarà la realizzazione di una rete ampia di strutture e infrastrutture che possa dare risposta alla domanda di nuove esigenze urbane e di edifici atti ad ospitare le attività economiche, sociali, educative e la residenzialità in tutte le sue forme e necessità che sono nate dopo la pandemia.
La sfida per i grandi investitori e sviluppatori è importante, e le partita in gioco altrettanto : ma è inutile continuare a stare su un giostra che non gira più.
Tanto vale scendere e salire su un’altra .
Massimo GUERRINI