La percentuale è spesso messa in discussione, le fonti sono diverse.
Ma possiamo dire che circa il 75% degli italiani ad oggi è proprietaria di casa. Sembra che in Europa soltanto i Romeni e i Croati ci battano.
E’ sempre stato nella nostra cultura familiare l’acquisto della casa, come investimento, come senso di sicurezza, come desiderio di patrimonializzare la famiglia , per lasciare la casa ai figli.
Ma le cose stanno cambiando.
Pandemia, aumento del costo della vita, redditi più contenuti, maggiore mobilità dei giovani, nuove esigenze di tipologie abitative stanno stravolgendo il mercato immobiliare.
Tutti questi elementi contribuiscono a uno spostamento della domanda e ed è fondamentale capire come si stiano spostando i trend del mercato e le necessità abitative e ancor più dei consumi.
I consumi, i comportamenti e gli stili di vita saranno gli elementi fondanti della nuova economia del real estate.
Sono molto impattanti fattori socio-economici e demografici come l’invecchiamento della popolazione o questioni finanziarie come l’aumento del costo della vita e della costruzione, mentre i redditi non sono certo aumentati.
Secondo le previsioni, la popolazione italiana avrà il 33% di età superiore ai 65 anni entro il 2035, ed è certo una generazione venditrice e non certo investitrice.
Dopo il Covid il pendolarismo al lavoro è diventato meno sempre meno gradito, mentre Il mercato residenziale è caratterizzato dalle richieste di flessibilità contrattuale, servizi e dimensionamento degli spazi che variano in base alla fascia d’età degli occupanti.
Le generazioni più giovani non stanno allocando i loro risparmi in immobili come tradizionalmente facevano i loro genitori. Le famiglie stanno diventando più piccole, specialmente nelle grandi città.
Viaggiano, superano confini e distanze, e sono fortemente restii a mettere radici. Consumano parecchio, ma preferiscono usare le cose piuttosto che possederle: il loro “mordi e fuggi”non è solo un desiderio di libertà, ma ancor più la necessità di una continua evoluzione che lo stare fermi non gli consente.
E’ una generazione che attribuisce più valore al tempo e alla sua qualità, questi giovani vogliono viaggiare e usare piuttosto che possedere e diventare obbligatoriamente stanziali.
Sono tutti quei ragazzi e ragazze nati tra gli anni Ottanta e gli inizi del Duemila che raffigurano una variabile economica fondamentale nel nostro settore , ed i loro stili di vita innovativi faranno la differenza del futuro mercato immobiliare e non solo.
La richiesta dei Millenials e Generazione Z può rappresentare un mercato in crescita ma deve essere indirizzato verso immobili di nuova costruzione secondo i principi della sostenibilità ambientale e di soluzioni domotiche di taglio moderno, essenziale e funzionale, che garantisca minori costi di manutenzione.
La scelta sarà guidata non solo dalla dimensione dell’appartamento, ma anche dal design e dalla distribuzione ottimale degli spazi.
In questa direzione si stanno muovendo gli investitori e gli sviluppatori privati e istituzionali.
Soluzioni multifamily e studentati per i manager, le nuove coppie e gli studenti. Rsa per le persone più anziane.
La scommessa sarà la rigenerazione urbana e il ripensamento di asset, privati e pubblici, ormai obsoleti e destinati ad uscire dal mercato.
Massimo Guerrini