Cambiano le esigenze abitative, cambia il modo di lavorare, cambia lo stile di vita, cambiano i nuovi nuclei familiari e anche il potere di acquisto delle nuove generazioni.
Perché non dovrebbe cambiare la casa? Infatti cambierà, e già lo sta facendo.
Intere zone urbane nei decenni dimenticate ,costituite da complessi industriali abbandonati, stanno diventando oggetto di grande interesse da parte di investitori privati e istituzionali per andare incontro alle necessità dei millenials e dei nativi digitali : studentati e ampi spazi di coworking anche in zone non centrali ma ideali per le nuove opportunità lavorative.
Dobbiamo quindi progettare e realizzare le abitazioni che si adattino a questo nuovo modo di vivere dei giovani , che chiedono oggetti pratici e di design, con spazi essenziali ma funzionali.
Abitazioni che possano anche essere ufficio, non grandi e “leggere “ da vivere e da gestire in modo completamente domotizzato e che consentano il lavoro agile in smart working ma al tempo stesso facilitino la socializzazione ,l’aggregazione e la condivisione dei servizi: dalla lavanderia al portierato e a qualunque forma di free maintenance .
Quindi condomini 4.0 con spazi di lavoro con wifi condiviso, ma anche palestra e zona fitness, lounge e bar per ricevere e stare con amici.
Appartamenti quindi piccoli, bi-trilocali con angolo cottura ed un’ampia zona living: l’unica che veramente verrà vissuta.
Si aprono quindi grandi opportunità e nuovi mercati sia per gli investitori sia per i fruitori.
Le nuove forme residenziali, quali social e student housing , risultano essere sempre più la risposta ottimale alla necessità di rigenerazione dei patrimoni e al tempo stesso del tessuto urbano e che quindi sappiano creare valore aggiunto a livello urbano, sociale ed economico.
Ma è importante la rigenerazione urbana anche degli attuali fabbricati residenziali esistenti.
La grande criticità è rappresentata per contro dall’attuale stock immobiliare esistente figlio di un periodo socio-economico passato assai differente.
Tra 10 anni il patrimonio residenziale italiano, in mancanza di interventi di manutenzione, varrà circa la metà di adesso.
E’ una criticità enorme, che però può rappresentare ,se colta in tempo, una straordinaria opportunità di valorizzazione, del patrimonio immobiliare nazionale .
Fondamentale quindi sarà la realizzazione di una rete ampia di strutture e infrastrutture che possa dare risposta alla domanda di nuove esigenze urbane e di edifici atti ad ospitare le attività economiche, sociali, educative e la residenzialità in tutte le sue forme e necessità.
Massimo Guerrini