Il paese è fermo da troppo tempo , ha troppi debiti e per tornare a crescere ha bisogno di forti investimenti.
Quello di cui ha bisogno l’Italia è un vasto programma di riforme strutturali e di investimenti, sia materiali sia immateriali, per migliorare la sua capacità produttiva.
Per il progresso materiale del paese è indispensabile finanziare i veri moltiplicatori più efficaci per la crescita economica e la riduzione del debito pubblico, che sono rappresentati dagli investimenti pubblici e privati per lo sviluppo delle infrastrutture.
I semplici trasferimenti e i sussidi non danno ricchezza: addormentano il sistema e basta.
Questo vale per gli 80 euro come per il reddito di cittadinanza, facilitano poco la spesa familiare e non creano continuità nello sviluppo.
Per far stare meglio le persone, bisogna creare le condizioni per una crescita duratura nel tempo, che crei occupazione e nuove competenze.
Semplici trasferimenti obbediscono a criteri di puro assistenzialismo che impoveriscono il paese, la sua cultura e ne impediscono la crescita.
Bisogna certamente occuparsi delle persone e delle famiglie. E a questo ci pensa tutto il mondo del pubblico e privato sociale .
Ma per dare un futuro alle persone e alle famiglie, si devono creare le condizioni e gli investimenti tali da far sviluppare il paese e la cultura delle persone, favorendone la crescita e premiando la meritocrazia operando una selezione tra i più bravi e meritevoli e quelli che non lo sono.
Per il progresso immateriale del paese è invece indispensabile combattere la nostra tipica mentalità anticompetitiva, e non meritocratica, che rischia di creare le caste di persone che non meritano determinati ruoli.
Al contrario, l’investimento sulla crescita culturale di un paese favorisce i meritevoli e crea, al posto delle cosiddette caste, le leadership di classi dirigenti e politiche, fortemente competitive e selezionate, che oggi mancano.
Per finanziare questo duplice grande progetto, di nuove infrastrutture e nuove competenze e cultura, certamente si può fare debito , ma solo se si investe in progetti e attività che assicurino produttività e meritocrazia selettiva.
E’ necessaria, da un lato la selezione di nuove grandi e piccole opere che garantiscano un ritorno nel tempo nella crescita del paese, e dall’altro la selezione di nuove classi dirigenti che accettino la competizione come strumento di miglioramento e non di esclusione.
Uno vale uno ma solo se ognuno fa la sua parte.
Molta attenzione dovrà quindi essere data a processi formativi di una nuova leadership che premi le competenze e non costringa i giovani meritevoli ad espatriare.
Una sfida importante è inoltre rappresentata dall’urbanizzazione, il tessuto esistente in molte città si sta deteriorando rapidamente e questo problema deve essere affrontato con rapidità.
La qualità dei sistemi infrastrutturali, come i trasporti, le utenze e le telecomunicazioni, sono un fattore strategico per lo sviluppo delle città e delle società.
Serve quindi una nuova stagione di investimenti e progetti che generino fiducia e orientino allo sviluppo e all’innovazione un paese che sta invecchiando demograficamente e culturalmente.
Massimo Guerrini
Imprenditore, manager, politico.
Primavera 2019