Dove e soprattutto come vivremo fra 30 anni? Il problema è adesso, occuparsene domani sarà già tardi.
Nel 2050, circa 9 miliardi di persone abiteranno il pianeta Terra. Di queste un’altissima percentuale, circa 6 miliardi vivrà nelle città e di cui quasi 3 miliardi nelle grandi metropoli .
Circa 40 metropoli nel mondo avranno più di 10 milioni di abitanti e circa 500 intorno a 5 milioni.
Numeri da ubriacatura ma, se ci fermiamo un momento a pensarci, è inevitabile che ci saranno, ovviamente, delle conseguenze. E viene spontaneo chiedersi: come dovranno mutare, le metropoli, per permettere a cittadini vecchi e nuovi di vivere al meglio? I vecchi soprattutto….
Quali dovranno essere le future abitazioni, le urbanizzazioni, le infrastrutture, i servizi e come si dovranno pensare in generale le città in futuro per ridurre le disuguaglianze ed evitare eventuali tensioni?
Le disuguaglianze sono già oggi in aumento , la popolazione invecchia e le risorse scarseggiano , lo vediamo dai movimenti migratori.
Siamo già in ritardo: la bomba è già innescata.
Ma c’è un altro enorme aspetto socio-economico di cui pochi si occupano.
Sempre nei prossimi 30 anni, si stima che circa 30 trilioni di dollari di ricchezza passeranno di mano dai Baby Boomers alla Generation X (70/80) e ai Millennials (80/99) .
Tanto per dare la visione, si tratta di 10 trilioni di dollari in più rispetto al PIL degli Stati Uniti di anni recenti.
La selezione tra le genti è in atto e sarà molto combattuta, molti di noi dinosauri scompariranno
Il futuro sarà dei più forti non più fisicamente ma lo sarà dei talenti, dove l’education sarà tutto, della leadership, come capacità di innovare e di accettare le sfide, della tecnologia che cambierà il mondo e il modo di rapportarsi tra i popoli interi e delle sole grandi città che saranno state capaci di essere più che mai sostenibili nella loro immensa crescita.
Massimo GUERRINI